Dei vizi e delle virtù (2007)

quel pomeriggio ci calpestammo fino a sera, le mani si aggrapparono fino ai margini, quasi a strappare capelli, mentre le esplosioni fumavano scardinanti e il mondo, attorno, si era fatto dello stesso ferro e di un fuoco non dissimile da quello affilato e acerbo della devastazione.

Pubblicazione: gennaio 2010
Editore: Edizioni del Leone (Spinea, VE)
Codice ISBN: 978-88-7314-286-7
Immagine di copertina: I sette vizi capitali: ira, di Pieter Bruegel il Vecchio
Note: suite in ventidue parti per monologhi drammatici in forma di prosa poetica.

accidia


fluttuavano, in quei giorni, i momenti di silenzio. ma non era silenzio quello in cui vivevamo, o, meglio, trascinavamo le reti dei minuti; era piuttosto l'assenza gelatinosa di appigli che si animava dentro di noi e si appiccicava, con perseverante disordine, alle membrane sottili della volontà.
erano le direzioni confuse a scoraggiarci, ma anche le tante strade, e le nebbie protratte che si addensavano come colla fumosa dentro le vene. erano, i mattini, delle derive incostanti, e nulla valeva davvero la pena; tutto, per noi, fu troppo.
quale che fosse il significato della forza che vedevamo negli altri, non fummo mai capaci di ritrovarlo dentro di noi, se non in forma di congegno inceppato che anche le molle aveva pigre.
era la fine del mondo e noi non lo sapevamo. bevevamo, da giorni che erano ormai vecchi, l'acqua dello scompiglio. fu così che il tempo ci sfuggì di mano, fu così che rimanemmo con i palmi colti dallo stupore; e qualcun altro visse al posto nostro, qualcuno che nell'acqua ebbe l'accortezza di guardare e riuscì a vedere, in lontananza, mattini lucenti.
il giorno non sapeva più da che parte volgersi, ormai. era la fine del mondo, dunque; e noi non ce ne accorgemmo.

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