Cartoline da Trapani (2010-12)

il confine riluceva, abbacinante. il cemento della costruzione si stava piano piano dissolvendo, le parole si sgretolavano sbriciolandosi e non sapevano più che dire. al nostro ritorno i muri ci voltarono le spalle, preferirono non guardarci. se ne stavano cupi e neri a bere la luce delle isole e del giorno che finiva.

Pubblicazione: ottobre 2013
Editore: Edizioni Eva (Venafro, IS)
Collana: I Colibrì
Codice ISBN: 978-88-96028-93-3
Note: suite in ventidue parti in forma di prose poetiche e monologhi drammatici.

badia nuova in via garibaldi.


entrammo. le porte si dischiusero sulle fronti sudate cinte dall'afa. stavano delle donne, accanto alle loro presenze residue, sedute davanti agli inginocchiatoi deserti. con i ventagli stemperavano il caldo, muovendo l'aria abissale da fondo marino. di quando in quando emergevano fiori, affondavano, riemergevano e si incollavano ai cesti che venivano caricati dalla fretta inerte del trasportatore. la moglie, ricoperta dalla colla di un pomeriggio madido di traspirazioni, aspettava su una sedia che avesse fine quell'inferno traboccante di gonfiori ed estenuante di odori, di formule e di gocciolii cesellati che, metallici, colavano frenetici e liquidi in fuga dal ciborio. scaturiva, dal profluvio graduale che aveva progressivamente inondato le alghe e le rive dei muri laterali, un senso di gradinate e di febbre che stentava a rimanere in equilibrio.
dei ragazzi trascinavano una valigia sopra i marmi e noi nuotavamo sul fondale. dalle estuose policromie gli occhi tornavano ai ventagli, i bisbiglii riproducevano le litanie della calura che bolliva sulla sommità delle sopracciglia. le voci venivano inghiottite dalle maree.
creature fitomorfiche ci osservavano, dalle loro lisce scabrosità di pianta e pietra, mentre i passi si posavano quasi scalzi sul letto del mare. toccai la parete. trasudava l'acqua del fondo, parlava gli umori di un corpo asperso dai lavacri della canicola, e il fonte battesimale taceva, arretrato, in una palestina assediata dal deserto, cinta di fiori bianchi e gialli, immemore ormai del suo giordano, esiliato tra i sedimenti, del tutto secco e riarso.

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