Puglia, 18.01.2005 – Il neo lavoro di Cremona Cronache dal centro della notte

L’intima paura di vivere nelle pagine ‘nervose’ di un libro

di Anna Furlan

Come un fumetto di Andrea Pazienza, così si potrebbe definire il libro di Renzo Cremona: “Cronache dal centro della notte” (edito Edizioni del Leone), opera prima di narrativa.
“La notte, così come la conosciamo, ha varie entrate. una delle sue porte cigola di continuo dentro di noi…”. Scrittura nervosa rasente il nevrotico, un testo narrativo da far invidia al più bravo psicologo. Saturo di luoghi scuri della mente. Un ottimo testo, scritto con sapiente stile linguistico contemporaneo. Racchiude il resoconto di tanti pensieri, lasciati respirare su un pezzo di carta, e il da farsi e il leggersi è solo un’introspezione personale. Tipico testo soggettivo e non oggettivo, adatto a tutte le menti. Punteggiatura calibrata e lasciata libera negli interstizi della volontà e di ogni singolo lettore. Una scrittura innovativa, che ben si applica al genere narrativo dei nostri tempi. Audace nel voler cercare a tutti i costi di dar libero sfogo ai pensieri. La notte, il passo audace del cammino di ognuno. Quello che si ha paura di pensare e sentire, che si nasconde all’interno della propria mente, avendo paura di estrapolare alla luce del giorno. Immagini di vita quotidiana allucinata e stenotipata. Liberazione dei pensieri, voglia di raccontare senza aver paura di farlo. Ogni notte, una nuova avventura, come pane quotidiano per smaltire adrenalina, fare del borgo notturno un set e nella notte inventarsi la violenza dei pensieri o raffinate e lugubri atmosfere gotiche di fantasmi e illustri antenati. Ritmo incalzante, dove il respirare significherebbe smettere di vivere. Energia allo stato puro, essenzialità e vitalità oltre la soglia del normale. I pensieri e la notte, gioco pericoloso da lasciar fare solo ai più audaci bari della vita. Affascinante introspezione di un mondo tanto normale quanto assurdo, rasentando la paura di pensare e scrivere. “C’è un garage, sotto il suo appartamento, che apre solo di notte. un garage dove la vita viene parcheggiata e lasciata a fari spenti”.