Editoriale in quarta di copertina

di Paolo Ruffilli

Contro la malattia del potere, smascherata dalla parola autentica, Renzo Cremona tocca le corde di un pensiero che rinuncia alla forza senza però rinunciare ad essere forte, a porsi come risonanza vitale delle cose e del loro segreto, fino all’amore che può permettersi di scorgere nella confusione infinita delle voci, indistinguibile da chi è impegnato a conquistare o a conservare il potere, le parole degli altri esseri che affermano altre possibili ragioni di esistenza. Lettere dal Mattatoio ristabilisce il filo della comunicazione tra sé e gli altri, nel nome di una solidarietà profonda; e lo fa senza illusioni, come sull’orlo del burrone della memoria, sapendo che inevitabilmente su tutto aleggia il senso vago e comunque inevitabile del “vicolo cieco”. Piccolo ma decisivo spiraglio attraverso il quale passa il riscatto dal vuoto: la scoperta che, dall’abisso di noi stessi, qualche filo del nero gomitolo si può tirare.