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16 dicembre 2015

Autori Emergenti
Fossa Clodia, Chioggia raccontata da Renzo Cremona

di Marta Murari

Il fortunato incontro con Fossa Clodia succede in un pomeriggio domenicale d’autunno in cui, forzando la mia cronica pigrizia, parto alla ricerca dell’esposizione nazionale di piccola e media editoria in quel di Susegana, amena cittadina della provincia trevigiana. Dopo l’abbaglio provocato dalla meraviglia della location, un castello sopra un colle con vista pianura su un lato e morbidi colli sulla schiena, m’inoltro nelle sale, affollate di gente.
Navigando senza bussola tra titoli sconosciuti, una copertina di mare. Una foto di uomo con bicicletta a mano che cammina su una diga in mezzo alla nebbia. Si attiva il mio animo polesano e prendo in mano il libro che c’è sotto la copertina: Fossa Clodia di Renzo Cremona.
Fossa Clodia è nome antico della bella Chioggia, cittadina di grande storia e fascino del litorale adriatico, costruita a forma di lisca di pesce.

Una gentile signorina si premura di illustrarmi il contenuto ma io, gentilmente, la blocco, non voglio sapere nulla: ai libri che ti vengono incontro non si chiede, si leggono e basta.
L’ho letto.
Scintillante.
Una raccolta di quaranta racconti in prosa poetica, alcuni dei quali in un dialetto chioggiotto in parte desueto con traduzione a fronte, necessaria per i foresti. Ritratti di personaggi, luoghi, oggetti, sensazioni. Il somegero, il forte San Felice, la forcola, lo stravedamento.
Infine un dialogo filosofico atto a dimostrare che “le parole le fa busi”, elegia dell’importanza delle stesse.
In una cascata di poesia appare una Chioggia quasi magica, piazzata lì nel suo mare, che è accoglienza ma anche isolamento.
Non paga dell’incanto di questa fortunata lettura ho voluto conoscere l’autore di persona, nella sua città, in occasione della presentazione ufficiale del suo libro, evento per il quale servirebbero almeno altre trecento parole di entusiasmo. E Renzo Cremona non si smentisce, è persona accogliente di vera gentilezza.