RENZO CREMONA – “Cronache dal centro della notte”

di Flavia Lepre

Dopo aver espresso, qualche tempo fa, un mio giudizio sulle possibilità poetiche di Renzo Cremona, eccomi, adesso, a riparlare di lui non come poeta, ma come scrittore. “Cronache dal centro della notte” è infatti un assemblaggio di storie. La sua opera prima di narrativa. Una narrativa un po’ particolare, forse per quella patina carica di ombre che rende le storie qui narrate quasi prive di un approdo, perché su di esse si riversa una luce scialba, effimera, che sottrae – sottilmente – ogni tentativo alla dicibilità positiva e alla ragione. Da questo punto di vista, l’intero complesso di queste storie, ripercorrendo i temi in chiave delle riflessioni, dà un’immagine fedele della realtà umana e del costante confronto col pensiero che, per uno scrittore, rappresenta un ruolo di stimolo decisivo per un’ottima realizzazione della propria opera. L’autore veneziano dimostra di sapersi ben districare nella scrittura labirintistica e di esaltare i confini rigidi della letteratura moderna. Cioè, egli usa con arguzia e competenza il tentativo di portare a espressione narrativa anche tutto ciò che sfugge alla reale filosofia della vita e sul (il?) modo in cui gli uomini possono vivere la loro finitudine evitando, insieme, sterili frustrazioni e astratte trasfigurazioni, seri complicati nessi tra l’effimera vita che noi siamo e lo spirito che vorremmo sempre vivo, per avere un modo di salvare noi stessi e così poter procedere alla riabilitazione dell’esistenza.
Con “Cronache dal centro della notte”, l’autore crea un universo in cui le cronache che in esso si svolgono, sono cronache di ogni giorno, cronache che appartengono alla normalità del vivere… Eppure, chissà perché mille ombre rivestono queste storie, il cui respiro diventa difficile, chiuso com’è in un’atmosfera dove l’aria è satura di vari inquinamenti.
Alla fine della lettura, si ha l’impressione di aver assistito alla proiezione di uno strano film dalle mille sfaccettature e si scopre che la protagonista del bene e del male, della gioia e del dolore, della vita e della morte, è proprio la notte che, chiusa nella sua cornice oscura, improvvisamente prende l’immagine di un quadro che mostra molteplici scrostature.
Le storie di Renzo Cremona ci attraggono, ci prendono per mano per condurci nel loro più intimo sotterraneo per meglio svelarci il segreto del quadro oscuro, dove il buio che esso contiene rende difficile la possibilità di scoprire sprazzi di luce…
Ma l’abilità dello scrittore è illuminante, per farci capire che basta saper osservare bene, saper scrostare, con prudenza, le sovrapposte pitture del quadro, per avere la certezza che, quando l’ultima immagine – quella più importante – apparirà, anche le cronache dal centro della notte avranno un senso! In questo modo, il lettore si sarà anche reso conto di aver assimilato, contemporaneamente, anima e pensiero dell’autore.